La piazza, il Palazzo degli Archinti e la chiesa di San Gerolamo

Piazza della Libertà

Dal latino platĕa ossia via larga, la Piazza della Libertà è storicamente sempre stata il centro di Mezzago. Nel corso della storia essa è stata centro di funzioni politiche, commerciali e religiose.
La piazza, probabilmente, assunse questo nome nel 1796 quando sotto il dominio francese Napoleonico fu innalzato al centro di essa “l’albero della libertà” sormontato dal berretto rosso repubblicano. L’albero della Libertà era il simbolo della tanto acclamata rivoluzione che aveva sconfitto in Italia il dominio austro-piemontese lasciando spazio a quello francese; ben presto però i francesi si rivelarono padroni e non tardarono le requisizioni, le ruberie, i tributi di guerra e la leva forzata che generarono il malcontento del popolo. Alla fine del dominio francese, l’albero della finta libertà promessa dai francesi fu sradicato.

Pro Loco Mezzago

Il Palazzo e la Torre degli Archinti

Tra gli edifici più importanti di Mezzago figurano l’antica Torre medioevale e il Palazzo Archinti (dalla famiglia milanese che ne fu proprietaria nella seconda metà del XVIII secolo), che sorgono nella piazza principale del paese.

La Torre, che poggia su un solido basamento di pietre, ha forma quadrata e mattoni a vista. E’ alta una quarantina di metri ed è composta da sette piani, l’ultimo dei quali è stato aggiunto nel XVIII secolo; si tratta di un loggiato sostenuto da quattro colonne binate e adibito a cella campanaria.
Al sesto piano vi è un grande orologio, sotto il cui quadrante si legge la scritta, mutila nella parte finale: Anno Domini MDC….
In ciascuno dei sottostanti cinque piani si apre una finestrella sul lato della piazza.
Annessi alla Torre vi sono diversi edifici disposti intorno alla corte di forma trapezoidale. Il più interessante è il lato nord dove sorge l’antico palazzo da nobile trasformato nell’800 in case coloniche.

La Torre e le parti più antiche del Palazzo sembrano risalire al XIII secolo, quando a Mezzago era fiorente una comunità di monaci dell’ordine degli Umiliati. In questi edifici i laboriosi frati, che esercitavano l’industria della lana, vi avevano probabilmente il loro convento-opificio e gli ambienti squadrati della torre fungevano da locali di lavorazione della lana o di deposito dei panni finiti.

Con la scomparsa degli Umiliati a Mezzago avvenuta nella seconda metà del XIV secolo, il complesso fu aggregato al monastero di S. Agata di Monza dell’ordine degli Umiliati.

Nella prima metà del ‘500, epoca a cui risalgono i primi documenti, risulta di proprietà della Scuola delle Quattro Marie di Milano e poi della famiglia Biffi.
Nella seconda metà del secolo, invece, la Torre e il Palazzo erano proprietà della famiglia Da Corte. Nello “Stato d’anime” del 1574 risulta essere casa da nobile del “gentilomo” Francesco Maria da Corte.

Nel 1720, alla morte dell’abete gesuita G. Battista da Corte, passarono in proprietà alla Fabbrica di S. Fedele di Milano dell’ordine dei Gesuiti. Questi li adibirono a “casa di propria abitazione o sii collegio per la villeggiatura”.
Nel 1773, essendo stata soppressa la Compagnia di Gesù da Papa Clemente XIV, la Torre e l’attiguo Palazzo furono incamerati dal governo austriaco e nel giugno 1779 venduti al conte Carlo Archinti di Milano. Il Conte sposò la contessa Maria Erba Odescalchi e morì improle nel 1804. Come da suo testamento rogato il 22 maggio dello stesso anno, i suoi beni andarono al suo erede universale, il cugino conte Giuseppe che nel 1815 li vendette ai fratelli Giovanni e rev. Carlo Rocchi.

Verso la fine del XIX secolo furono acquistati dai fratelli Radaelli, che li diedero in affitto ad alcune famiglie di contadini.
Attualmente la Torre e il Palazzo sono di proprietà della Cooperativa Sociale di Mezzago. che negli anni ha provveduto al restauro della Torre e alla riqualificazione del Palazzo oggi adibito a feste, laboratori creativi, attività sociali, culturali e sanitarie.

La Chiesa di San Gerolamo

L’oratorio si presenta come un’unica grande aula a pianta rettangolare con un grande portale d’ingresso e cinque grandi finestre. E’ priva di campanile e ha una campanella sorretta da due pilastri di cotto. Vi si conserva all’interno una tela sei-settecentesca raffigurante S. Gerolamo e Beata Vergine Maria con un angelo e un leone. 

Le origini della Chiesa intitolata a San Gerolamo non sono molto lontane dalla storia di Palazzo Archinti, anche qui ha un ruolo fondamentale la famiglia Da Corte.
La Chiesa fu istituita nel 1674 dal neo monaco Giulio da Corte, che divenne rev. Gerolamo. Insieme all’istituzione della Chiesa, Gerolamo provvide a dotarla di alcuni beni (circa 215 pertiche di terreno e una casa).

Nel 1720, per volontà testamentaria del gesuita G. Battista da Corte, la chiesa fu assegnata alla fabbrica di S. Fedele di Milano. Nel 1779 la proprietà passo agli Archinti, nel 1815 ai Rocchi, a metà del ‘800 ai Perelli e attualmente è proprietà della parrocchia.

La chiesa in paese oggi è nota come “la gesola” (piccola chiesa); questo soprannome probabilmente ha origine da un documento risalente al 1524 in cui viene citata appunto “la gesola”, una chiesa collocata geograficamente esattamente dove oggi sorge quella di San Gerolamo.

 

 

 Per le informazioni storiche, ringraziamo il professor Angelo Arlati